lunedì 30 aprile 2018

Lois Pereiro

   (E tutto questo per rendere la vita una dose indolore di esistenza vera, con il suo sole e la sua ombra; e dal Sogno Eterno, dal Big Sleep, un altro ben più piccolo...)


IF I DIE BEFORE I WAKE...

Il passato marcisce sotto terra
e il presente non scorre,
è un fiume morto.

Ma questa volta non ci sarà resurrezione
e il futuro è per forza altro da me.

Traduzione di Marco Paone

da Poesia ultima di amore e malattia, aguaplano, 2017

venerdì 27 aprile 2018

Alberto Cappi

LA REDENZIONE

                                                    a Francesco

La redenzione, Francesco,
è un balenio del cuore
un colore nell'affresco
delle ore dell'io

da Poesie 1973 - 2006, a cura di Mauro Ferrari, puntoacapo Editrice, 2009

mercoledì 25 aprile 2018

J. Rodolfo Wilcock

VERSI PERSI NEL GRAN TRAMBUSTO

Treni, aerei, battelli, quanti ritorni
e sempre a te che ridi, canti, dormi,
tu luce della luce della mia luce,
tu mèta mobile dei miei movimenti.

da Poesie, Adelphi, 1980



lunedì 23 aprile 2018

Baldo Meo

PER L'INCONTRO

Purché ci sia una rosa
nel tuo piccolo giardino
nascosto tra le case,
purché si possa discorrere
con gentilezza confuciana
delle cose del mondo
e di ciò che ti mancava
quando eri lontana.

da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017

venerdì 20 aprile 2018

Francesco Dalessandro


LA POESIA

                                                                                       

Te beato – gli ho scritto – che confini
i versi nel cassetto e alla poesia
destini solo i resti della cena
e le concedi appena un’ora d’aria
ogni sera, beato se ti lecca
la mano con la quale la bastoni
invece io non riesco
a farmi una ragione della rabbia
con cui cerca di mordermi
se solo provo a farle una carezza

non è più la poesia che può salvarti
la vita – mi ha risposto – non è più
la parola il tuo balsamo hai smarrita
l’ironia la tua voce
s’è arrochita non resta che il silenzio

(inedita)

mercoledì 18 aprile 2018

Raffaela Fazio

BELLEZZA

C’è una bellezza
che sovrasta
e travolge a distanza.
Si riconosce
per la forza
che tutto ammutolisce
e per la coincidenza
tra l’apice e l’inizio
della fine.

Ma l’altra
non è data mai
in partenza.
La precede 
l’asprezza
il masticare lento 
il fare posto.
Poi accade
un capovolgersi
di altezze

se si stacca
dal fuoco passeggero
una lingua
tra i rovi
una lucentezza
che si conserva
ardente
nella prova.

da L'ultimo quarto del giorno, La Vita Felice, 2018

lunedì 16 aprile 2018

Francis Scott Fitzgerald

TRISTE CATASTROFE

Non vogliamo visite, dicemmo:
I visitatori vengono e se ne stanno seduti per ore e ore;
Vengono quando noi siamo già a letto;
Restano imprigionati qui dagli acquazzoni;
Vengono quando sono tristi e depressi
Bevono alla bottiglia del tuo cuore.
Una volta che sia vuota, la gaia orda,
urlando il Rubaiyat, se ne va.

Non mi facevo vedere: Stavo lavorando, gridavo;
Comparivo con la barba lunga, o non comparivo affatto;
Ero rimasto senza gin; la cuoca era morta
Di vaiolo e altre panzane del genere.
Sul tanghero e l'amico volgevo lo stesso
Occhio senza espressione, lo stesso tono impaziente:
Le persone dotate di bellezza, fama e intelligenza
Si accorgevano che desideravamo essere lasciati in pace.

Ma i seccatori, gli insopportabili e i maleducati -
Chiacchieroni, anime solitarie e ciarlatani -
Che fino a quel momento non avevano osato disturbare,
Ci trovarono soli, affluirono all'attacco,
Credettero che il silenzio fosse attenzione, la rabbia
Un'eco della loro ultima guerra,
Lieti che più non "fossimo di scena".
Ma la gente simpatica non venne più.

Traduzione di Domenico Tarizzo

da L'età del jazz, Mondadori 1990 

venerdì 13 aprile 2018

Juan Ruiz


DIALOGO

Leggero sospiro parole
all’ardente nostalgia del tuo volto,
se, fiore del tempo, il ricordo
rifiorisce perché, amore,  
in te sento perduto l’amore e
svanita ogni dolce speranza.

«Una vena di veleno c’è in te,
nei tuoi giorni, nelle sere solitarie,
nelle notti senza fuoco.
Arido cuore, il tuo corpo sfiorisce
se non lasci che l’infiammi
l’amore se chiudi a chi ti ama
ogni porta e ti chiudi in un vano
sacrificio mentre viene
l’autunno e già cade dolente
un rimpianto di foglie
ingiallite oh perdute speranze».
                               
Oh stagione dei frutti più dolci
oh dolce stagione di caldi
colori d’intensi profumi,
ultimo tempo della vita,
in te riconosco l’amore,
poi l’inverno verrà, con l’inverno
il gelo del cuore.


(inedita - ritrovata fra le carte del poeta)

mercoledì 11 aprile 2018

J. Rodolfo Wilcock

A UN AMICO ANZIANO

O uomo morale e vile
come fai danno a te stesso
ora che l'invidia senile
ha in te rimpiazzato il sesso!

da Poesie, Adelphi, 1980


lunedì 9 aprile 2018

Baldo Meo

CONSERVAZIONE DELLA SPECIE

La lucertola al sole sul rametto di rosmarino
tiene al caldo le uova che porta dentro.
È una presenza costante, un frusciare familiare
quando ti fermi a guardare la casa
da questo sedile di sassi e mattoni, fresco
sotto l'olmo che rilascia i semi
al piccolo vento che sale dalla valle.
Non sono segni misteriosi, non pale di altare,
non ali incandescenti di angeli pieni di gloria.
L'auto si avvicina al cancello
e io sono un parziale rifugio del silenzio.

da Conservazione della specie, la collana - stampa, 2017

venerdì 6 aprile 2018

Elizabeth Barrett Browning


SONETTI DAL PORTOGHESE

XXIX

Penso a te! – e i miei pensieri si avvolgono
e sbocciano intorno a te come viti
selvatiche a un albero, gettando larghe foglie,
e subito si vede solo il verde groviglio
che nasconde il fusto. Oh, ma sia inteso,
mia palma! Non sono i miei pensieri
di te che voglio, ma te stesso, migliore
e più caro. Anzi, la tua presenza presto 
ridammi. Scrolla i rami come un forte albero,
libera il tronco, spezza e spargi a terra
i verdi lacci che ti accerchiano, ché nella
gioia profonda di udirti e vederti,
respirando alla tua ombra aria nuova,
non penso a te – ti sono troppo vicina.


Traduzione di Francesco Dalessandro

da Sonetti dal portoghese, Il Labirinto, 2000

mercoledì 4 aprile 2018

Michele Colafato

DANZA ALL'APERTO

Lascia andare i pensieri 
prendi una pausa dalla preoccupazione
allontanati dagli schermi
e dai uno sguardo all’aperto  

Gli oleandri dondolano
i fianchi e i capelli adorni
di fiori rossi e ti guardano
la bouganvillea cinguetta sulle spalle del muro
il sambuco schiude gli ombrellini bianchi
e i tralci dell’edera dalle foglie larghe
con ritmo si chinano e rialzano

Ogni essenza è animata da simpatia
e risponde al vento offrendo
amicizia e sollievo dalla compulsione
E i rovi con la loro fiammeggiante
girandola di spine ne seducono lo stupore

Sotto il cielo meraviglioso è la danza
e il mistero

(inedita)

lunedì 2 aprile 2018

Samuel Taylor Coleridge

ALLA LUNA D’AUTUNNO

Mite splendore della multiforme Notte,
madre di sfrenate visioni, salve!                                                      
Ti guardo scivolare col fioco chiarore 
del tuo occhio che riluce tra soffici veli,   
o quando in alto persa ami nascondere
il pallido globo in un sudario di buio,                 
o dardeggi da nubi strappate dal vento
il raggio sereno sul cielo che si desta.                                             
Ah, così la Speranza è mutevole e bella!
Che spunti incerta su malinconiche viste                             
o nascosta dietro il drago alato Disperazione, 
con raggiante potenza subito rinata
sul grembo offuscato dolente della Cura 
veleggia, come meteora ardente in volo.                      

Traduzione di Francesco Dalessandro



Da The Works of Samuel Taylor Coleridge, Prose and Verse, Etc., British Library, Historical Print Editions, 2011