lunedì 16 ottobre 2017

Juan Ruiz

LA MIA MANO 

La mia mano salì, mentre il tuo sguardo
ne seguiva il lento volo, fino
all’ombra dei capelli, al silenzio
delle labbra, poi discesa nell’ansia
del seno più lenta si aprì la strada
per golfi e pianure, per l’umida palude
dove scese in suo aiuto la lingua
e il desiderio si sciolse in affanno.
Fosti cieca e pronta, ti apristi
al morso e all’assalto, ti piegasti
all’oscuro riverbero del fuoco
nel tuo sangue, fosti ansimo e febbre.
Così t’abbandonasti, né pudore
né ricordo, all’intimo spasimo che
appaga e cancella, esiliandolo, il dolore.


(inedita)

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