venerdì 14 ottobre 2016

Nail Chiodo

INVITO A UNA SEDUTA SPIRITICA AL TAVOLO DEL BANCHETTO


Se avessi il privilegio della tua compagnia,
Bob Dylan, per un tête à tête, una sera a casa mia, 
t’offrirei per prima cosa quello che credo sia
il miglior posto per sedersi; poi, se ci fosse altro
che, spero, gradiresti e che potrei offrirti
farei del mio meglio per procurartelo.
Poi però starei zitto, come tu fossi un re
di fronte al quale si parla solo se richiesti.
Se prima della fine della serata – alla quale potresti 
desiderare dare un taglio! – fossi tanto gentile                           
di chiedere d’esprimermi riguardo a una questione
che io – una specie di tuo suddito – penso
possa avere per noi un comune interesse,
potrei azzardare a dirti: “Mi stavo domandando
se accetteresti il Nobel per la letteratura
nel caso in cui ti fosse – finalmente, direbbero
certo in molti – assegnato. Perché anch’io
non avrei da ridire – nel caso l’alto onore
per la letteratura ti venisse accordato.
Me ne starei seduto in bilico sul bordo della sedia
a sentire il Discorso che faresti al Banchetto!
Ma ancora più impensabile per me sarebbe quello                    
che poi potresti dire nella tua Allocuzione.
Allora, me ne starei a orecchie spalancate,
come è indubbio farebbero in tutto il mondo.
E parleresti a lungo, in bella prosa?
Hai idea dell’argomento che potresti affrontare?”                     
Questo, caro Bob Dylan, è quel che vorrei chiederti.
(Sia chiaro, non presumo d’indovinare la risposta.           
Non potrei mai metterti in bocca le parole.                               
Però sarei un ipocrita se ora non ammettessi
che mi scompiscierei a sentire, nel tuo regale hick:               
“Mica sono venuto qui per farvi la predica”).

Traduzione di Francesco Dalessandro 

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