lunedì 12 settembre 2016

Gerard Manley Hopkins

UN PEGGIO NO, NON C’È

Un peggio no, non c’è. Confitti oltre fitte di dolore, 
più aspri spasimi, dai primi spasimi istruiti, strazieranno. 
Confortatore, dov’è, dove, il conforto? Madre nostra,
Maria dov’è il soccorso? Le mie grida, lungo gregge,                  
s’innalzano; si accalcano in un capitale, supremo sconforto, dolore
del mondo; su un’incudine antica rimbalzano e cantano –
poi si placano, smettono. La Furia ha urlato: ‘Basta
indugiare! Fammi essere crudele: sarò per forza breve’. 
Oh la mente, la mente ha montagne; dirupi a precipizio, 
spaventosi, scoscesi, insondati dall’uomo. Sono niente           
solo per chi non vi fu mai sospeso. Né a lungo la nostra
misera resistenza resiste a quella fossa o abisso. Qui! striscia,
sciagurato, sotto un conforto apprestato nel turbine: mette
fine a ogni vita morte e muore ogni giorno col sonno.

Traduzione di Francesco Dalessandro


da I sonetti terribili, Edizioni Il Labirinto, 2003

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