venerdì 6 maggio 2016

John Marin

NOTE, DIVAGAZIONI

A una persona che volesse dipingere – o fare qualunque altra cosa – (se mi fosse chiesto) – direi
   Osserva il volo degli uccelli – il modo di camminare dell’uomo – il movimento del mare

   Essi hanno un loro modo – di mantenere il movimento – le leggi naturali del movimento vanno rispettate – e anche tu devi seguirle

   – Il buon quadro accetta queste leggi – i migliori del passato lo fecero – è questo che dà loro vita

   L’uccello intuisce subito che sta facendo la cosa sbagliata – il volo è disturbato – ed esso controbilancia immediatamente quel disturbo per mantenersi in volo

   L’operaio sensibile si rende presto conto della disposizione sbagliata
   L’uccello è (immediatamente) consapevole dell’ala rotta
   L’artista della linea senza vita

   La Terra gira così veloce intorno al Sole – pensi che dovrebbe frantumarsi
   ma no – l’attrazione solare è giusta
   Guarda in alto – il sole splende
   La terra è qui e tutto va bene – la legge basilare è stata rispettata

   Così di fronte al quadro – nel rispetto – sei libero e puoi guardare senza alcuna preoccupazione mentale

   In quanto al messaggio – al racconto – Il fare stesso – il modo stesso in cui è fatto – la cosa stessa che si sta facendo e chi la sta facendo – le sue parti – conducono a questo messaggio – a questo racconto – in realtà sono il messaggio – sono il racconto


   Tu, operaio, t’interessi che un lavoro si ben fatto – ma attento a non sbagliare – poiché – poche linee in apparenza trascurate – poche apparenti macchie di colore – se trattate in modo che il tutto costituisca una cosa viva – be’ – anche questo sarebbe un lavoro ben fatto –


       Non cercare di essere grande
       Non cercare di essere importante

   Tratto dalla mia esperienza personale – Ricordo che un giorno – guardando i miei quadri – la mia testa cominciò a gonfiarsi – si gonfiò enormemente – arrivò quasi ad uccidermi –

   L’antidoto fu un bambino di sei anni – con la sua piccola pittura a colori in un libro
   La cura fu cattiva quanto la malattia – la testa mi si gonfiò così in fretta – che di nuovo – arrivò quasi ad uccidermi –

   Stai costruendo una struttura – come la struttura di un ponte – il ponte convince se strutturalmente in regola – così il tuo quadro


   le cose dovrebbero sembrare giuste
   Anche una piccola cosa come scrivere l’indirizzo su un busta – quanti ne hai visti che si bilanciavano – che adornavano la busta col suo francobollo


   Cerchi di vedere gli oggetti nelle loro posizioni – in movimento – cerchi la (spina dorsale) di questi oggetti oscillanti – ad essa devi attaccarti con tutta la forza che hai
   Tutta la buona letteratura – tutta la buona musica – tutta la buona pittura – rispettano questo principio
   perché – come si piega la spina dorsale – l’intera struttura si piega e io vorrei pensare il quadro – lo scritto – la musica – come strutture collegate che si piegano – e oscillano – sulle loro spine dorsali

   Le buone cose iniziano – le buone cose finiscono – non esitano – iniziano
   – ancora – esse non portano a qualcosa che indebolisce ciò che sta all’interno
   quando il margine è raggiunto – la storia è raccontata – completa – soddisfacente      
   – detto  abbastanza –

   Arte sotto qualunque forma – come la vedo io – non è realistica non è romantica non è astratta non è concreta – non è nient’altro che Arte – semplicemente 
   qualcosa che esiste completamente in se stessa – e si dona solo a – Persone sensibili
perché esse le si accostano correttamente
   ma
       Dio
   ci dev’essere un po’ di sensibilità nella tua composizione – nutrila – coltivala – falla crescere
   ricordati però che è una di quelle cose che – non si possono forzare


   Proporrei (come esercizio) che qualche volta tu prendessi i tuoi due occhi con te – e lasciassi a casa il tuo intelletto – e gli intelletti dei tuoi amici – senza questi intralci – potresti – cominciare a vedere cose che potrebbero sorprenderti

   La parola scritta soffre perché lo scrittore non può darle le sfumature della sua voce –
   per di più – soffre per le molte stupide prefazioni
   La musica scritta soffre perché i professori – i dottori della musica – maltrattano – confondono – con tutti i loro segni e note a piè pagina – lo spirito del compositore
   La parola scritta dovrebbe essere una bella cosa a vedersi – ben spaziata ben bilanciata sulla pagina –
   La musica scritta dovrebbe apparire bella sull sua pagina – le sue note nude – prive di ogni indicazione  
   Il quadro – be’ nessuno può corromperlo – può cambiarlo –
       non che loro non tentino con tutte le forze
   Non ti dicono nella loro stupidità come guardare – dove guardare e guardando cosa vedere – come interpretarlo – cosa leggervi

   – Mettiamo  che sei fuori a spasso – oh nei boschi – lungo i ruscelli – sulle colline
   e – ad ogni passo sulla strada ci fossero cartelli per dirti come camminare – dove camminare – quando fermarti – a quale ritmo camminare – cosa   guardare – e come guardarla
   – di’ – ti saresti goduto la tua passaggiata?

   Le persone sensibili vogliono ascoltare per conto loro – vedere per conto loro
       e non vogliono strafare
  
       perché uno può vedere troppi quadri
       sentire troppa musica
       leggere troppi libri
       vedere e sentire troppo d’ogni cosa
arrivare al punto in cui – non ha più un pensiero originale né alcun sentimento – quasi tutto è preso in prestito
   Ci devono divertire
se ci divertissimo per conto nostro – potrebbe svilupparsi una razza di dilettanti – alcuni dilettanti furono di valore – alcuni hanno fatto cose per la semplice gioia di farle –
       La gente da divertire incoraggia la disonestà
   – la disonestà qualche volta è causata dalla paura di essere presi per stupidi


       Lascia che gli altri si dicano da soli come
       Prenditi la libertà di dirti come

   Queste note – queste mie divagazioni – se ti dànno qualcosa che valga la pena – tanto meglio – se non te la dànno – be’ non te la dànno – ma – temo  mi si debba prendere con molti grani di (sale, credo) se – è il caso
   Si pratica ciò che si predica?
       – anche  se si fa del proprio meglio per riuscirci
        che è ciò che faccio – più o meno

Traduzione di Francesco Dalessandro

John Marin (1870-1953),il grande acquarellista americano dà, in queste Note, divagazioni, una significativa sintesi del suo modo di vedere le cose dell’arte.

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