venerdì 25 marzo 2016

Francesco Dalessandro

IL GRANCHIO

a Sandro, in memoria, nel dodicesimo anniversario

Sera e mattina sotto ai cornicioni 
e al filo delle gronde 
garrula schiera rima e poi si svia
alle aperte campagne. 
Tu, compagno dei giorni, 
a saltuarie confluenze 
di vita ti disponi, né ti lagni 
o ti affanni. In un verso 
opaco per lacune ed omissioni 
il granchio che ti morse si trascina 
a cercarti nel cuore 
di una notte d’inferno
priva d’ogni calore e d’ogni luce,
spenti per sempre i tuoi occhi buoni. 

*

Porta un messaggio stretto in una chele. 
Camminando all’indietro
come la Storia incontro
ti verrà al boccascena del teatro 
del mondo dove stanco come Zònara 
ti toglierai la maschera 
e un pubblico turbato
ma non ostile capirà l’angoscia
del tuo ridire dei grandi occhi 
di lei e del suo cuore
dolce o feroce nella vampa 
dove sarai consunto, 
lasciando che il silenzio mangi il tempo
rimasto al nostro vivere infedele. 

(inedita)

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