L’IGNORANTE
Più
invecchio e più io cresco in ignoranza,
meno
possiedo e regno più ho vissuto.
Quello
che ho è uno spazio volta a volta
innevato
o lucente, mai abitato. E il donatore
dov’è,
la guida od il guardiano? Io rimango
nella
mia stanza, e taccio (entra il silenzio
come
un servo che venga a riordinare),
e
attendo che a una a una le menzogne
scompaiano:
cosa resta? Cosa rimane a questo moribondo
che
gli impedisce ancora di morire? Quale forza
lo
fa ancora parlare tra i suoi muri?
Potrei
saperlo, io, l’ignaro e l’inquieto? Ma la sento
parlare
veramente, e ciò che dice
penetra
con il giorno, anche se è vago:
«Come
il fuoco, l’amore splende solo
sulla
mancanza, e sopra la beltà dei boschi in cenere... »
Traduzione
di Fabio Pusterla
da
Il barbagianni. L’ignorante, Einaudi 2010
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