lunedì 7 settembre 2015

Nicola Dal Falco

IN QUELLE SPIAGGE ANTICHE

in quelle spiagge antiche, in cui la risacca
rimescola oggetti di forma consueta, levigati
dall’ora marina che svolge e riavvolge il tempo
in meandri sonori, cogliendo l’eco
di qualcosa che non può abbandonarci
del tutto,

dove una riga di case s’imparenta al sale,
ai colpi di vento che scavano nicchie nei muri
per il prossimo sole, chiaro appena e già maturo;
dove il porto tiene avvinto un piccolo mare,
sufficiente a qualsiasi sogno di traversata
per uomini o pesci; dove chi cammina
lo fa inconsciamente sull’acqua anche
quando rende visita a lecci e ginestre;

qui, in attesa che si ragioni una cena
mettendo nuove scie nel piatto,
che la distanza tra due capi converga
in un punto remoto, stimando vicino
quanto prima annegava alla vista


(inedita)

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