venerdì 4 settembre 2015

Guido Cavalcanti

DI VIL MATERA MI CONVEN PARLARE

Di vil matera mi conven parlare
e perder rime, silabe e sonetto,
sì ch’a me stesso giuro ed imprometto
a tal voler per modo legge dare.

Perché sacciate balestra legare
e coglier con isquadra archile in tetto
e certe fiate aggiate Ovidio letto
e tra quadrelli e false rime usare,

non po’ venire per la vostra mente
là dove insegna Amor, sottile e piano,
di sua manera dire e di su’ stato.

Già non è cosa che si porti in mano:
qual che voi siate, egli è d’un’altra gente:
sol al parlar si vede chi v’è stato.

Già non vi toccò lo sonetto primo:
Amore ha fabricato ciò ch’io limo.

Da Rime, Einaudi, 1967


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