lunedì 10 novembre 2014

Gerard Manley Hopkins

AL SUO OROLOGIO

Mortale mio compagno, che del mio cuore in tumulto
il caldo battito col freddo battito accompagni, di noi 
per primo a chi mancheranno le forze e giacerà 
rovina, saccheggiato, un tempo un mondo d’arte?                            
Scandire il tempo è il nostro compito: una parte,
non tutto, poiché per mancare e morire fummo fatti –
un turno, e quello bene. In questo, ah solo questo 
è il canto che tutto conforta o la pena più acuta.

Volato sui campi, il giorno andato più nessun mattino 
reca con sé, dicendo ‘Era tuo’, ma uno nuovo, peggiore,
fino all’ultimo, il più breve…

Traduzione di Francesco Dalessandro


da I sonetti terribili, Edizioni Il Labirinto, 2003

Nessun commento:

Posta un commento