mercoledì 2 aprile 2014

Geoffrey Hill

DUE POESIE SULLA SOPPORTAZIONE DEI POETI



GLI UOMINI SONO LO SCHERNO DEGLI ANGELI
Tommaso Campanella, prete e poeta: in memoria

In certi giorni dal lucernario
Un’ombra condivide la mia
Prigione. Osservo una limaccia
Scalare il lato della fossa
Lucido della propria bava. Le grida
Che m’arrivano sono mie; solo dopo,                       
Di Dio: la mia giustizia, ferite, amore,
Luce beffarda, pane, lordura.

Giacere qui nella mia strana
Carne mentre il Tormento dorme
Sazio, macchiato del cibo ingurgitato,
È una gioia che va oltre                     
La preoccupazione del mondo,
Per un po’. Ma abbiamo l’ordine
Di alzarci, quando, in silenzio,
Comporrei la mia voce. 


TRISTIA: 1891-1938
Un commiato da Osip Mandel’štam

Difficile amico, avrei preferito te a loro.                   
I morti si tengono le loro vite sigillate
E io arrivo di nuovo troppo tardi. Troppo tardi
I saluti, nugoli di polvere e grida sfrontate.

Dalla desolazione si levano immagini
Guarda... rovine sulla pianura...
Qualcuno si scruta le mani, qualcun altro
Striscia in cerca di cibo nei campi lungo la strada.

La tragedia ci tiene tutti in conto.
Anche se non ci tocca, però è là –
Integra, insaziabile – un duro cielo estivo
Che si appaga di questo, che raggiunge il proprio scopo.


Traduzione di Francesco Dalessandro

Da Collected Poems, Oxford University Press New York, 1986



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