venerdì 18 ottobre 2013

Gerard Manley Hopkins

PER R. B.

Il sottile piacere che genera pensiero: il forte
sprone, vivo e tagliente come fiamma soffiata,      
soffia una volta eppure, prima spento che acceso,
lascia la mente gravida di un canto immortale.

Per nove mesi, anzi no, anni, per nove anni, tanto
a lungo dentro sé lo porta, sopporta, pettina e cura:
e se del perso intuito essa vedova vive, però il fine
le è noto ora e la mano lavora senza errore.

Il dolce fuoco, sire della musa, alla mia anima 
serve; io voglio l’ebbrezza unica di un’ispirazione.
Oh ma se dei miei versi in ritardo tu perdi                       

il flusso, il frullo, il canto e la creazione,
il mio mondo invernale, che respira appena quella gioia
ora, con un sospiro cede a darti la nostra spiegazione.                 

(1889)

Traduzione di Francesco Dalessandro

da The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970



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