lunedì 23 settembre 2013

Constantinos Kavafis

QUANDO LA VEDETTA VIDE LA LUCE

Estate e inverno sul tetto degli Atridi
sedeva la vedetta. Ora grida l’annuncio 
di un fuoco che s’è acceso in lontananza. 
E ne esulta felice: finita la fatica.
È difficile restare giorno e notte 
al caldo e al freddo, aspettando che una luce
brilli sull’Aracneo. Alla fine il segnale 
tanto atteso è arrivato. Giunge sempre
con meno gioia del previsto la felicità. 
Ma liberarci da speranze e attese 
questo almeno l’abbiamo guadagnato.
Molto accadrà alla casa degli Atridi –  
e per saperlo non è necessario 
essere un saggio – ora che la vedetta 
ha visto il fuoco. Ma non esageriamo: 
la luce è buona, e è buono anche chi arriva, 
come le sue parole e le sue azioni. 
E noi speriamo che ci aspetti il meglio. 
Argo può fare a meno degli Atridi:
neanche le antiche case sono eterne.
Molti avranno da dire. E noi ascolteremo.
Ma “indispensabile”, “unico” e “grande”,
sono parole che non ci inganneranno.
Un altro indispensabile unico e grande,
si può trovare in qualunque momento.

Traduzione di Nail Chiodo e Francesco Dalessandro


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