venerdì 30 agosto 2013

Giovanni Della Casa

O DOLCE SELVA SOLITARIA, AMICA

O dolce selva solitaria, amica
de’ miei pensieri sbigottiti e stanchi,
mentre Borea ne’ dì torbidi e manchi
d’orrido giel l’aere e la terra implica;

e la tua verde chioma ombrosa, antica,
come la mia par d’ogn’intorno imbianchi,
or, che ’nvece di fior vermigli e bianchi,
ha neve e ghiaccio ogni sua piaggia aprica;

a questa breve e nubilosa luce
vo ripensando, che m’avanza, e ghiaccio
gli spirti anch’io sento e le membra farsi:

ma più di te dentro e d’intorno agghiaccio,
ché più crudo Euro a me mio verno adduce,
più lunga notte e dì più freddi e scarsi.

mercoledì 28 agosto 2013

Franco Sacchetti

COME LA GRU, QUANDO PER L’AERE VOLA

Come la gru, quando per l’aere vola,
seguendo l’una l’altra vanno a schera,
e lor regina inanzi a tutte è sola;

così, mirando invèr del sol la spera,
una voce mi volse in parte ov’io
vidi nel terzo ciel, ch’amor impera,

donna dinanzi a donne, con disio,
che lor guidava sì come ’l cor mio.

lunedì 26 agosto 2013

Francesco Petrarca

CHE FAI? CHE PENSI? CHE PUR DIETRO GUARDI

Che fai? che pensi? che pur dietro guardi
nel tempo che tornar non pote omai,
anima sconsolata? che pur vai
giugnendo legno al foco ove tu ardi?

Le soavi parole e i dolci sguardi,
ch’ad un ad un descritti e dipinti ài,
son levati de terra, et è, ben sai,
qui ricercarli intempestivo e tardi.

Deh non rinovellar quel che n’ancide,
non seguir più penser vago fallace,
ma saldo e certo ch’a buon fin ne guide;

cerchiamo ’l ciel, se qui nulla ne piace,
ché mal per noi quella beltà si vide
se viva e morta ne devea tor pace.

venerdì 23 agosto 2013

Guido Cavalcanti

NOI SIÀN LE TRISTI PENNE ISBIGOTITE 

Noi siàn le tristi penne isbigotite,
le cesoiuzze e ’l coltellin dolente,
ch’avemo scritte dolorosamente
quelle parole che vo’ avete udite.

Or vi diciàn perché noi siàn partite
e siàn venute a voi qui di presente:
la man che ci movea dice che sente
cose dubbiose nel core apparite;

le quali hanno distrutto sì costui
ed hannol posto sì presso a la morte,
ch’altro non n’è rimaso che sospiri.

Or vi preghiàn quanto possiàn più forte
che non sdegniate di tenerci noi,
tanto ch’un poco di pietà vi miri.

mercoledì 21 agosto 2013

Gaspara Stampa

QUANDO INNANTI AI BEGLI OCCHI ALMI E LUCENTI

Quando innanti ai begli occhi almi e lucenti,
per mia rara ventura al mondo, i’ vegno,
lo stil, la lingua, l’ardire e l’ingegno,
i pensieri, i concetti e i sentimenti 
o restan tutti oppressi o tutti spenti,
e quasi muta e stupida divegno;
o sia la riverenza, in che li tegno,
o sia che sono in quel bel lume intenti.
Basta ch’io non so mai formar parola,
sì quel fatale e mio divino aspetto
la forza insieme e l’anima m’invola.
O mirabil d’Amore e raro effetto,
ch’una sol cosa, una bellezza sola
mi dia la vita, e tolga l’intelletto! 

lunedì 19 agosto 2013

Michelangelo Buonarroti

O NOTTE, O DOLCE TEMPO, BENCHÉ NERO

O notte, o dolce tempo, benché nero,
con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta;
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onor’ ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero
che l’umid’ ombra e ogni quiet’ appalta,
e dall’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti, ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma 
ogni miseria a l’alma, al cor nemica,
ultimo delli aflitti e buon rimedio;
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciughi i pianti e posi ogni fatica,
e furi a chi ben vive ogn’ ira e tedio.

venerdì 16 agosto 2013

Burchiello

CIMICI E PULCI, CON MOLTI PIDOCCHI

Cimici e pulci, con molti pidocchi
ebbi nel letto, e al viso zanzale;
in buona fé, ch’io mi condussi a tale,
che ’n tutta notte non chiusi mai occhi:

pugnevan le lenzuola come brocchi;
i’ chiamai l’oste, ma poco mi vale,
e dissigli: «Vien’ qua, se te ne cale,
col lume in mano, e fa’ ch’apra due occhi».

Un topo ch’io aveva sotto l’orecchio
forte rodea la paglia del saccone;
dal lato manco mi tossiva un vecchio.

E più da piede piangeva un garzone.
Qual animal m’appuzza, qual morsecchio,
dal lato ritto russava un montone.

Onde per tal cagione
perdetti il sonno e tutto sbalordito
con gran sete sbucai, quasi finito.

mercoledì 14 agosto 2013

Francesco di Vannozzo

PASCOLANDO MI VADO A PASSI LENTI

Pascolando mi vado a passi lenti
pensoso via per questo solaretto
dove è ’l mio cor incarcerato e stretto,
sligato de le man d’ogn’altre genti.

Per la parete ai bucarelli attenti
stan gli occhi, sta l’animo soletto
sol per veder quel volto benedetto,
che notte e dì mi dà tanti tormenti.

A l’alba levo e guardo al bel coperto
che chiude in sé quei radii de la dea,
a cui gran tempo ho già lo spirto offerto.

Così mi struggo in questa vita rea,
che, s’io non fossi a tal fatiche esperto,
m’ucciderei qual Dido per Enea.

lunedì 12 agosto 2013

Nicolò de’ Rossi

DENARI FANO L’OMO COMPARERE

Denari fano l’omo comparere,
denari el fingono scïencïato,
denari copreno zascun peccato,
denari mostran spender e tenere,

denari danno donne per godere,
denari tengon l’anemo beato,
denari lo vile meten en stato,
denari gli enimici fan cadere.

E senza loro on’omo par asiso:
ch’ig rezzen tuto ’l mondo e la fortuna
e, se tu vòi, te manda en paradiso.

Unde sazzo me par chi glie rauna:
ché quigli soli plu d’altra vertute
contra melenconia rende salute.

venerdì 9 agosto 2013

Gianfranco Palmery

MORTE DELLA MIA VITA, AMATA MORTE

Morte della mia vita, amata morte,
cuor mio, viscere mie,
- ti piace questa corte
d’amore che squaderna anatomie
alla maniera antica? -
oh ma niente è più mio ma dell’amica!
Sono tutto per te, tutte le vie
ti hanno portato a me, sempre più corte,
così dentro di me
che tu sei la mia vita e io la morte

da Amarezze - madrigali e altre maniere amare, Il Labirinto, 2012



Gianfranco Palmery ci ha lasciati il 28 luglio scorso. Con questa poesia vogliamo ricordarlo. 

mercoledì 7 agosto 2013

Francesco Petrarca

SOLO E PENSOSO I PIÙ DESERTI CAMPI

Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman la rena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’allegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avvampi;

sì ch’io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io con lui.

lunedì 5 agosto 2013

Dante

O DONNA IN CUI LA MIA SPERANZA VIGE

[...]

O donna in cui la mia speranza vige,
E che soffristi per la mia salute
In inferno lasciar le tue vestige,

Di tante cose, quant’i’ ho vedute,
Dal tuo podere e dalla tua bontate
Riconosco la grazia e la virtute.

Tu m’hai di servo tratto a libertate
Per tutte quelle vie, per tutt’i modi,
Che di ciò fare avei la potestate.

La tua magnificenza in me custodi,
Sì che l’anima mia, che fatt’hai sana,
Piacente a te dal corpo si disnodi.

[...]

da Paradiso, XXXI, vv. 79-90

venerdì 2 agosto 2013

Guido Cavalcanti

BILTÀ DI DONNA E DI SACCENTE CORE

Biltà di donna e di saccente core
e cavalieri armati che sien genti;
cantar d’augelli e ragionar d’amore;
adorni legni ’n mar forte correnti;

aria serena quand’apar l’albore
e bianca neve scender senza venti;
rivera d’acqua e prato d’ogni fiore;
oro, argento, azzuro ’n ornamenti:

ciò passa la beltate e la valenza
de la mia donna e ’l su’ gentil coraggio,
sì che rasembra vile a chi ciò guarda;

e tanto più d’ogn’altr’ha canoscenza,
quanto lo ciel de la terra è maggio.
A simil di natura ben non tarda.




Per tutto il mese di agosto e parte di settembre, vogliamo tornare ad attingere alla impareggiabile nostra tradizione.