mercoledì 4 luglio 2012

Tommaso Campanella


MURO NOIOSO

Parve a me troppo, ma alla cortesia
di lei fu poco, in sogno consolarmi;
onde volle anco vigilando darmi
quel ben che sopra gli altri si desia.

Sì che, mancando ogni consiglio e via,
io stando dentro agli ferrati marmi,
ella fuori, d’amor prendemmo l’armi.
Alta dolcezza entrambi ne assorbìa.

– L’orto ameno – dissi io; ella: - La chiave
dammi, cor mio; – e tal gioia n’avvinse,
che ’l morir ci parea bello e soave.

Quando l’alme trasfuse risospinse
muro interposto, ah ben noioso e grave!
che amor soverchio in tutto non ci estinse.


Da Poesie, a cura di Giovanni Gentile, Sansoni, 1938

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