venerdì 22 giugno 2012

Luigi Amendola


POESIA
a Maria Luisa Spaziani

Talvolta in disparte ripasso
il galateo per esserti al fianco
non più evanescente,
ma certo nell’assillo quotidiano,
custode persino al tramestìo
che lèvi dagli ostinati
folletti della borsa,
in fuga disarmonica ogni volta.

Sono dunque il tuo chiassoso angelo
in sosta sopra una cimasa azzurra,
dopo un volo nel deserto?

Non so, potrò dirtelo forse
il giorno in cui,
a un qualsiasi appuntamento
di fronte al Mascherone umido,
egli mi soffierà stizzoso, dicendo:
“Fatti più in là,
opaca entità, mio bell’intruso;
lasciami in vista la pensosa signora
che sempre, all’alba,
dal civico sessantotto
attraversa la strada per sfiorarmi il petto
o carezzare un ricciolo d’ortica
e intanto, con lo sguardo,
mi sussurra il nuovo della vita,
mi saluta, chiara in viso,
con un perfetto endecasillabo”.

22 maggio 1997


(inedita)

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