lunedì 27 giugno 2011

Dante

AL POCO GIORNO ED AL GRAN CERCHIO D’OMBRA



Al poco giorno ed al gran cerchio d’ombra
son giunto, lasso, ed al bianchir de’ colli
quando si perde lo color ne l’erba;
e ’l mio disio però non cangia il verde,
si è barbato nella dura pietra
che parla e sente come fosse donna.

Similemente questa nova donna
si sta gelata come neve all’ombra;
che non la move se non come pietra
il dolce tempo che riscalda i colli
e che li fa tornar di bianco in verde,
perché·lli cuopre di fioretti e d’erba.

Quand’ell’ha in testa una ghirlanda d’erba
trae della mente nostra ogni altra donna;
perché si mischia il crespo giallo e ’l verde
sì bel, ch’Amor li viene a stare all’ombra,
che m’ha serrato intra piccioli colli
più forte assai che la calcina pietra.

La sua bellezza ha più vertù che pietra,
e ’l colpo suo non può sanar per erba;
ch’i’ son fuggito per piani e per colli
per potere scampar da cotal donna;
e dal suo lume non mi può far ombra
poggio né muro mai né fronda verde.

Io l’h0 veduta già vestita a verde
sì fatta, ch’ell’avrebbe messo in pietra
l’amor ch’i’ porto pur alla sua ombra;
ond’io l’ho chiesta in un bel prato d’erba
innamorata com’anche fu donna,
e chiuso intorno d’altissimi colli.

Ma ben ritorneranno i fiumi a’ colli
prima che questo legno molle e verde
s’infiammi, come suol far bella donna,
di me, che mi torrei dormire in pietra
tutto ’l mio tempo e gir pascendo l’erba,
sol per veder du’ suoi panni fanno ombra.

Quandunque i colli fanno più nera ombra,
sotto un bel verde la giovane donna
la fa sparer come pietra sott’erba.


da Rime, a cura di Domenico De Robertis, Edizioni del Galluzzo, 2005

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