venerdì 17 giugno 2011

Camillo Sbarbaro

TACI, ANIMA STANCA DI GODERE

Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all’uno e all’altro vai
rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d’ira o di speranza,
e neppure di tedio.
                                    Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d’una rassegnazione disperata.
                                Noi non ci stupiremmo
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
                 Invece camminiamo.
Camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduta ha la sua voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.
                 Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.

Da Pianissimo, Marsilio, 2001

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