mercoledì 20 aprile 2011

Eloy Sánchez Rosillo

MATTINA DI FEBBRAIO

Dinnanzi al foglio bianco, è un po’ che aspetto
le parole. Che però non arrivano.
Non ottengo che, docili, si posino
sul quaderno e che dicano quel che ora
tento di dire: che questa mattina
il sole di febbraio gioca sopra
i tetti del quartiere, che in un cielo
così azzurro ci sono solo due
o tre nuvole bianche,
che suona mezzogiorno all’orologio
della parrocchia e allegro
un passero si posa all’improvviso
sulla ringhiera del balcone:
                                               batte
le ali, saltella, col becco si liscia
le piume, guarda, inquieto,
di qua, di là, e, d’un tratto,
gaio riprende il volo nella luce del giorno.

Traduzione di Francesco Dalessandro
da Las cosas como fueron, Tusquets, 2004



2 commenti:

  1. Amo molto la poesia che riesce a raggiungere tali livelli di sublime semplicità. Fa bene allo spirito adulto come una ninna nanna a un bambino in fasce. Come questa qui tradotta da Dalessandro, che mi ha subito fatto venire in mente quei versi di Giggi Zanazzo riportati sul monumento in Via dei Delfini: "Da la loggetta / di casa mia m'affaccio / e guardo in giù / vedo la strada / vedo la piazzetta".

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  2. Grazie, Nail. I tuoi commenti sono sempre appropriati e precisi. E' vero quel che dici della poesia qui tradotta, ma ti assicuro che vale anche per il resto dell'opera di Eloy che è davvero un magnifico poeta.

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